Scrivere idee nuove

Categoria: ATTUALITA’

Terremotismo

Forse i terremoti non si possono veramente prevedere, a meno, forse, di verificare studi specifici di settore non ancora assimilati negli indirizzi tecnici ufficiali e che, comunque, vanno approfonditi.

Ma è possibile e con ottima approssimazione, simulare e prevedere i danni che un terremoto di definita magnitudo provoca su di una struttura esistente e progettare ogni opera di intervento necessaria per l’adeguamento sismico, per edifici di qualsivoglia natura, in cemento armato, in muratura portante, in pietra, in struttura mista.

Sebbene in Italia sia in vigore una Normativa per il calcolo delle strutture in zona sismica, la NTC2008, che non ha da invidiare alle migliori specifiche internazionali, non è solo sulla carta che si scongiurano i danni che occorrono al verificarsi di fenomeni sismici come quello odierno.

In Italia abbiamo un patrimonio edilizio, che per un buon 70% è dal punto di vista strutturale da rivedere, se non, in buona parte, addirittura fatiscente e da demolire, un “terremotismo”, un neologismo che ho letto da qualche parte.

Non può pensarci il privato.

Il privato non è una finanziaria, è solo probabilmente proprietario di una casa dove al posto di pagare un affitto mensile, ha deciso in passato di pagarne una rata di mutuo.

Ai costi dell’intervento edilizio necessario, vanno ad aggiungersi i furti amministrativi per l’ottenimento degli atti autorizzativi, i giusti costi per i tecnici incaricati, i furti per le tasse sulla manodopera, i furti per eventuali volture catastali per cambio di destinazione d’uso con conseguenti rincari sui furti di tassazione degli immobili, e in primis, anche se citati in ultimo, per darne maggiore memoria, gli interessi passivi, cioè l’usura “alla francese” sui prestiti ottenuti, se ottenuti, dalla banca, per fare i lavori.

Morale, ammesso e non concesso che un proprietario abbia la malsana idea e presunta possibilità economica di adeguare, ristrutturare, valorizzare, di questi tempi, un immobile di proprietà, probabilmente già gravato di ipoteche sul mutuo e dal valore immobiliare, di fatto, dimezzato dalla crisi, dovrà accertarsi preventivamente che la banca gli presti i soldi, che il Comune e i suoi incaricati non facciano ostruzione a rilasciare in tempi non biblici l’autorizzazione alle opere, riappacificarsi mentalmente all’idea di sostenere altre ipoteche per valore aggiunto sui prestiti contratti, oltre che, confidare in un impresa che, con il DURC regolare, sia in grado di lavorare a prezzi competitivi, pur pagando gli operai, pur anticipando la differenza di iva per l’acquisto delle forniture, il 10% a credito per la fatturazione attiva verso il cliente e il 22% a debito per la fatture che riceve dai fornitori, pur anticipando le trattenute fiscali al lordo sugli importi di aliquota pari all’8% sui bonifici ricevuti in banca, che non si comprende come e perchè, si faccia cassa come sostituto d’imposta per conto dello Stato, pur scongiurando eventuali imprevisti per fermi di cantiere dovuti a qualche incaricato del Comune o a qualche vigile col fischietto, o a qualsivoglia altro illustre, che non trovi niente di meglio da fare la mattina che comminare qualche multa per la mancanza di un po’ di carta igienica in cantiere, ovvero fermi direttamente il cantiere perché “così mi va se vi pare”, senza che l’impresa e il proprietario con lui, non decidano di immolarsi all’opera e nel frattempo fallire.

Infine il nostro “proprietario”, demoralizzato da tanti sacrifici suoi e di chi dovrà coinvolgere nel suo delirio, non farà nulla, non potrà fare nulla, spererà soltanto che, se proprio debba cascargli addosso, quella casa che, probabilmente neanche ha finito di pagare, quelle quattro mura, abbiano la cortesia almeno di risparmiargli i figli.

Se invece quel proprietario, che vuole, a tutti i costi, dormire sonni tranquilli, decidesse di altra ricetta tipo quella di andare in banca per chiedere con provocazione un prestito, minacciando ad esempio di non pagare ulteriori rate del mutuo già in essere, ammesso e non concesso che raggiunga buoni e giusti accordi con la banca, ed ottenga l’elemosina, dovrà ulteriormente fare i lavori senza dire niente a nessuno, incaricherà chi gli curi l’aspetto tecnico delle opere, lo pagherà “a nero”, possibilmente con l’anticipo, l’impresa, pure, la pagherà “a nero”, possibilmente non “strozzandola”, spererà che, durante i lavori, qualche impiegato al comune, non pagato “a nero”, sia impegnato a chattare in ufficio e porterà quindi cucinato a dovere il risultato a casa di scongiurare una possibile morte sotto a delle macerie.

Se conosci il nemico, lo eviti e il terremoto forse non, ti uccide, forse.

Qualora la ricetta precedente non sia applicabile, per etica e buona morale del proprietario, ovvero, come più probabile, per la totale mancanza di fantasia e di possibilità economica, non venga quindi apparecchiata a tempo, il Nemico, pur senza fantasia, pur senza dovuta possibilità economica, si prodigherà, con grande sforzo di lavoro e di intelletto, per valutare i danni, per la definizione degli interventi, per l’appalto alle società General Contractor da far “figurare” sui lavori, per la suddivisione tra i vari mister strani delle quote societarie delle imprese subappaltatrici, per mezzo di prestanome compiacenti, per gli introiti pubblicitari, senza etica nè morale, per gli extra contrattuali agli uffici locali, per ogni onere e magistero a dare l’opera finita e compiuta a regola d’arte.

Il mio sincero cordoglio ai parenti delle vittime.

Il costruttivo

La redazione del progetto tecnico-economico obbliga già nella fase preliminare scelte di indirizzo, il limite urbanistico e il confine con altre ditte, ne costituisce la condizione al contorno entro la quale definirne nel dettaglio ogni parametro fino a perfezionarne il costruttivo.

La presentazione e il consenso che ne consegue decide poi delle revisioni di dettaglio e quale progetto dei molteplici preliminari, risponda democraticamente o meno agli interessi della maggioranza dei condomini.

Non certo l’unica idea postulabile del  “fare”.

Esistono poi altre forme non democratiche: un dittatore è ad esempio un politico che porta avanti un progetto sintetico, non necessariamente articolato, più o meno condiviso, senza doverne però definire se non negli limiti diplomatici con altri governi e nei limiti di potere con l’esercito e con la finanza, le condizioni al contorno.

Una vera democrazia, che è quella che auspico, vuole ed esige invece che tali condizioni al contorno siano parte integrante del costruttivo.

L’assenza del planning dimostra l’assenza di una vera politica democratica in Italia, la condizione in essere di una perenne oligarchia che a tempo determinato, per tacito di fatto consenso, di fatto, indeterminato, ha caratterizzato la vita politica del Paese già dalla Prima Repubblica.

In Italia, con tale postulato, non c’è forse mai stata una vera democrazia?, non posso certo affermarlo, ma dovessi esprimere un personale giudizio ne sono nati e succeduti in passato solo statisti, oggi piu’ che nel passato, tanti tanti ciarlatani e pagliacci.

Tra noi tutti ci sono persone più’ e meno intelligenti ma l’intelligenza di ognuno di noi e’ enormemente superiore all’intelligenza media che ci rappresenta nel sistema sociale, in quanto “moltitudine” e in funzione della quale siamo governati e ci facciamo governare.

Premesso questo potremmo affermare ulteriormente che la democrazia è la forma con la quale voler dare forma ed intelligenza giuridica ad una folla, che diversamente non ha, per proprietà intrinsecaintelligenza alcuna, a meno di strani fenomeni fisici di condivisione Wi-Fi o bluetooth di onde cerebrali.

La definizione del progetto, già nella fase iniziale, necessita di ricercare un denominatore comune di interessi e di obiettivi, non può ridursi alla lodevole domanda e bisogno di voler fare semplicemente pulizia del marciume, se e qualora questo avvenga, rappresenterebbe solo ottenerne, per un tempo, il consenso da parte di un popolo che si sente oggi indistintamente, “indistintamente” solo fottuto.

Demolire il fatiscente è solo il primo passo obbligato.

Meglio certo del nulla, a cui siamo assuefatti,

è indubbio, ma ….è’ tardi?

E’ recuperabile il tempo perduto nel delirio del nulla?

Non lo so, spera qualcuno sia tardi?

Siamo in Italia, siamo Italiani e forse già questo è garanzia a scongiurare, nell’immediato, l’abusivismo edilizio.

Tardi, semplicemente tardi, solo pensare, di percorrere ancora il letame, senza scivolare e perdere infine l’equilibrio.

Denarocrazia

Denarocrazia

Trasferta estero

Interventi di consolidamento per risolvere problemi di dissesto idrogeologico esteso a circa il 10% del territorio nazionale, riqualificazione industriale e bonifica delle aree tecnologiche dismesse, obiettivi, coordinamento e planning, infrastrutture viarie, recupero e valorizzazione delle aree di interesse archeologico, progettazione e definizione dei piani economici industriali di intervento per la produzione, la trasformazione delle materie prime e secondarie, iniziative e politiche nei settori dell’agricoltura, dell’allevamento e della pesca, della trasformazione alimentare , business plan da sottoporre all’Europa, senza se e senza ma, o dentro o fuori.

Il progetto Italia per l’Impresa Italia S.p.A., del quale tuttora non ho visto uno stralcio di preliminare da parte di alcuna parte politica è certo impegnativo, ma se vogliamo essere seri, è condizione “sine qua non”, poter fare vera politica economica per il Paese e rendere il terreno fertile per quella bastarda finanza che governa il mondo, siamo indietro di circa mezzo secolo e l’unica preoccupazione è riempire i notiziari di “gossip” , di idiozie mediatiche, di giochi di seggi di potere, chiacchere, vantaggio e ludo per chi ha il privilegio senza onore di governare un popolo consenziente e drogato di pokemon.

Volendo, ma fortemento volendo, “non tutto il male vien per nuocere”, un detto popolare, che ci permette di affermare, senza alcuna ombra di dubbio, che avremmo da dedicare molto impegno al lavoro senza esserne mai disoccupati per almeno una generazione.

Qualcuno potrebbe domandare dove un Paese, dichiarato tanto disastrato economicamente, possa reperire le risorse per affrontare un progetto di ristrutturazione così ampio e ambizioso.

Risponderò ai più che col lavoro, pur senza soldi e con i debiti,  si ricostruisce un Paese “dalle ceneri”, e quello ce lo insegna semplicemente la storia, ma ai più maliziosi pongo invece una ulteriore domanda: dove secondo loro, indottrinati, reperiscano tali risorse paesi dove con una certa assiduità i nostri rappresentanti vanno a fare visita, gli stessi paesi dove una fetta importante delle risorse finanziarie imprenditoriali italiane concorrono e trasferiscono le loro attività facendo impresa e talvolta concessionaria di importanti infrastrutture.

Chi ci governa ne spende i suoi migliori biglietti da visita.

Paesi, certo, in “via di sviluppo”, ma dove l’indirizzo di economia politica è quello, almeno preliminare, di reperire risorse da destinare agli ospedali, alla riqualificazione ambientale, urbanistica, alle grandi opere necessarie alla mobilità delle merci e delle persone, alla produzione energetica anche da fonte rinnovabile etc. etc.

In Italia pare che non si riesca nemmeno a pulire l’immondizia e a chiudere le buche delle strade.

Tra i finanziatori eccellono talvolta realtà imprenditoriali italiane che qui dove pur si sono pasciute finora, sanno solo spendersi ad aumentarci le bollette e sono precedute proprio dai profumati biglietti da visita di chi paghiamo per tagliare i nastrini ai musei.

L’Italia oggi, per la finanza internazionale, sarà forse considerato un cliente non insolvente ed è pertanto economicamente vantaggioso indebitarla ulteriormente pur di incassarne gli interessi sui prestiti.

La politica senza missione, quella che permettiamo in auge degli interessi personali di potere, non può che essere, “pur”, democraticamente eletta, giullare della onorata società denarocratica.

Il monopolio delle idee

La libertà è un futuro insieme dove dare valore economico alla domanda e puro valore di consumo all’offerta. Una idea personale.

Se a detenere il Capitale di quanto si consuma sia lo Stato, nell’eccezione marxista, ovvero ogni cittadino nell’eccezione liberale, in entrambi i casi il Capitale ha vita propria giuridica di domandare e conseguentemente chiedere consumo dell’umano agire.

Sono entrambe forme di Capitalismo.

Libertà non è consumare liberamente, ma poter offrire senza condizionamenti progettualità ai propri bisogni.

Una comunità che assegna valore economico alle proprie azioni, prima ancora che alle proprie idee, mai potrà essere una collettività di uomini liberi.

The monopoly of ideas

Freedom is a future together where to give economic value to the demand and pure consumption value to the offer. A personal idea.

If to hold the Capital of how much is consumed is the State, in the Marxist exception, or every citizen in the liberal exception, in both cases the Capital has its own juridical life to demand and consequently to demand the consumption of human action.

They are both forms of Capitalism.

Freedom is not to consume freely, but to be able to offer without planning conditioning to one’s own needs.

A community that assigns economic value to their actions, even before their own ideas, can never be a collective of free men.

Il buon senso

Il buon senso

Viaggio per l’Italia del “buon senso”,  di quella bella parola fagocitata dalla politica, già ai tempi del faccendiere, di quella politica pigra e non incentivata  a doversi rinnovare neanche nei termini, purché  abusati e logori, magicamente si rinnovino nell’espressione e nella gestualità mostrando tuttora potere di persuasione.

Non mi è sufficiente tuttavia leggere ed ascoltare quel buon aggettivo a smorzare quel senso di nausea e vomito che mi assale nello scorrere fotografie di questa Italia che “sopravvivo”, che senza l’ausilio di fotocamere incorporate agli smartphone o di strampalate apparecchiature social network si imprimono mio malgrado nella memoria visiva, purtroppo lungi dall’essere formattabile e reimpostabile alle condizioni iniziali di fabbrica.

Tutto resta, lì indelebile nel mio tempo.

Vorrei riappropriarmi dei miei sogni, del mio lavoro, dei miei progetti, costruire, vivere ancora il Bel Paese tanto decantato e non mi è permesso, quell’associazione a delinquere che chiamiamo ancora Stato, in ogni suo apparato di concussione, malaffare, falso sperpero, è una macchina con un sistema liberale perfetto di estorsione delle nostre migliori intenzioni di edificazione sociale.

Resta labile la speranza che a cambiare siano i singoli e fare comunione di idee ed azioni, ma ognuno dedito a coltivare le ortiche in casa propria, è incosciente e ignora forse lucidamente che l’orto gelosamente custodito è solo un piccolo appezzamento dell’indebita mezzadria del Potere.

Quei pugni erano graditi al cielo

Quei pugni erano graditi al cielo

Oggi ci sentiamo un po’ tristi, perché l’attore Bud Spencer, che ci ha regalato tanto, è volato in cielo.

I suoi films ci hanno suggerito per tanti anni di vedere la vita e gli uomini con i suoi occhi buoni e come lui anche noi avremmo voluto e forse potuto  scazzottare senza violenza all’egoismo e alle debolezze nostre e altrui.

E’ volato in cielo con tanto della nostra spensieratezza, dei nostri sogni migliori, siamo tristi perché quel suo modo di guardarci e di regalarci serenità, ci faceva forse sentire un po’ extraterrestri, con un astronave in mano, ma con tanto bisogno dell’umanità buona per sentirci bambini e protetti.

A un grande uomo che avrei voluto incontrare.

Ciao Bud

Il delirio del nulla

In nome della Constatazione della Repubblica italiota

Art. 1

L’Italia è una oligarchia, che twitta, fondata sul profitterolo.

La sovranità appartiene all’alta finanza, che la esercita con più ampia formula.

La finanza, il cui fondamento di diritto è internazionale, non ha dovere di rappresentanza, si fa i ca….cci suoi, avrà rappresentanza giusto se vuole, ma proprio se non può farne a meno, presso gli istituti di credito, possibilmente senza tracciatura, né pollicino e non deve iscriversi su facebook per avere gli amici.

Art. 2

La community “amici dello Stato” riconosce e garantisce i diritti inviolabili di retribuzione dei moderatori del forum e richiede l’adempimento ad ogni utente registrato dei doveri inderogabili di gabella per il mantenimento e vitalizio dei ministeri, della cerchia di amici, per i diritti pubblicitari, per i “mi piace”, per l’accesso all’economia, ai buoni pasto dello stato e dei pubblici servizi igienici, gabelle in tal caso che verranno elargite mediante ogni forma e all’uopo, anche con paypal o con mancia all’uscita.

Art. 3

È compito della community rimuovere ogni possibile ostacolo, che, minacciando di fatto libero arbitrio alla spartizione dei “mi piace“, impediscano la tranquillità, la serenità e la domenica sportiva, permettendo indebitamente e in maniera disattesa il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Tale compito potrà essere esercitato con libertà di utilizzo di sistemi di distrazione e intrattenimento di massa, di ogni tipo, anche su dispositivi mobili, alcun limite viene imposto in tal senso dalla Costituzione affinché qualsiasi moto o pensiero o sms che abbia logica venga sopito sul nascere, contemplando in tal modo la moderna tesi politica, sociale  ed economica atta ad evitare disturbo della quiete pubblica in orario di papagna.

Art. 4

La community “amici dello Stato” riconosce a tutti gli addetti ai pubblici servizi igienici il diritto allo stipendio, facoltativamente, se vogliono, anche al lavoro e l’iscrizione ai social network di gradimento, nel numero utile a coprire i  “mi piace” per le adesioni e le nuove iscrizioni ai gruppi di acquisto on line.

Amen

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