Scrivere idee nuove

Mese: Agosto 2016

Terremotismo

Forse i terremoti non si possono veramente prevedere, a meno, forse, di verificare studi specifici di settore non ancora assimilati negli indirizzi tecnici ufficiali e che, comunque, vanno approfonditi.

Ma è possibile e con ottima approssimazione, simulare e prevedere i danni che un terremoto di definita magnitudo provoca su di una struttura esistente e progettare ogni opera di intervento necessaria per l’adeguamento sismico, per edifici di qualsivoglia natura, in cemento armato, in muratura portante, in pietra, in struttura mista.

Sebbene in Italia sia in vigore una Normativa per il calcolo delle strutture in zona sismica, la NTC2008, che non ha da invidiare alle migliori specifiche internazionali, non è solo sulla carta che si scongiurano i danni che occorrono al verificarsi di fenomeni sismici come quello odierno.

In Italia abbiamo un patrimonio edilizio, che per un buon 70% è dal punto di vista strutturale da rivedere, se non, in buona parte, addirittura fatiscente e da demolire, un “terremotismo”, un neologismo che ho letto da qualche parte.

Non può pensarci il privato.

Il privato non è una finanziaria, è solo probabilmente proprietario di una casa dove al posto di pagare un affitto mensile, ha deciso in passato di pagarne una rata di mutuo.

Ai costi dell’intervento edilizio necessario, vanno ad aggiungersi i furti amministrativi per l’ottenimento degli atti autorizzativi, i giusti costi per i tecnici incaricati, i furti per le tasse sulla manodopera, i furti per eventuali volture catastali per cambio di destinazione d’uso con conseguenti rincari sui furti di tassazione degli immobili, e in primis, anche se citati in ultimo, per darne maggiore memoria, gli interessi passivi, cioè l’usura “alla francese” sui prestiti ottenuti, se ottenuti, dalla banca, per fare i lavori.

Morale, ammesso e non concesso che un proprietario abbia la malsana idea e presunta possibilità economica di adeguare, ristrutturare, valorizzare, di questi tempi, un immobile di proprietà, probabilmente già gravato di ipoteche sul mutuo e dal valore immobiliare, di fatto, dimezzato dalla crisi, dovrà accertarsi preventivamente che la banca gli presti i soldi, che il Comune e i suoi incaricati non facciano ostruzione a rilasciare in tempi non biblici l’autorizzazione alle opere, riappacificarsi mentalmente all’idea di sostenere altre ipoteche per valore aggiunto sui prestiti contratti, oltre che, confidare in un impresa che, con il DURC regolare, sia in grado di lavorare a prezzi competitivi, pur pagando gli operai, pur anticipando la differenza di iva per l’acquisto delle forniture, il 10% a credito per la fatturazione attiva verso il cliente e il 22% a debito per la fatture che riceve dai fornitori, pur anticipando le trattenute fiscali al lordo sugli importi di aliquota pari all’8% sui bonifici ricevuti in banca, che non si comprende come e perchè, si faccia cassa come sostituto d’imposta per conto dello Stato, pur scongiurando eventuali imprevisti per fermi di cantiere dovuti a qualche incaricato del Comune o a qualche vigile col fischietto, o a qualsivoglia altro illustre, che non trovi niente di meglio da fare la mattina che comminare qualche multa per la mancanza di un po’ di carta igienica in cantiere, ovvero fermi direttamente il cantiere perché “così mi va se vi pare”, senza che l’impresa e il proprietario con lui, non decidano di immolarsi all’opera e nel frattempo fallire.

Infine il nostro “proprietario”, demoralizzato da tanti sacrifici suoi e di chi dovrà coinvolgere nel suo delirio, non farà nulla, non potrà fare nulla, spererà soltanto che, se proprio debba cascargli addosso, quella casa che, probabilmente neanche ha finito di pagare, quelle quattro mura, abbiano la cortesia almeno di risparmiargli i figli.

Se invece quel proprietario, che vuole, a tutti i costi, dormire sonni tranquilli, decidesse di altra ricetta tipo quella di andare in banca per chiedere con provocazione un prestito, minacciando ad esempio di non pagare ulteriori rate del mutuo già in essere, ammesso e non concesso che raggiunga buoni e giusti accordi con la banca, ed ottenga l’elemosina, dovrà ulteriormente fare i lavori senza dire niente a nessuno, incaricherà chi gli curi l’aspetto tecnico delle opere, lo pagherà “a nero”, possibilmente con l’anticipo, l’impresa, pure, la pagherà “a nero”, possibilmente non “strozzandola”, spererà che, durante i lavori, qualche impiegato al comune, non pagato “a nero”, sia impegnato a chattare in ufficio e porterà quindi cucinato a dovere il risultato a casa di scongiurare una possibile morte sotto a delle macerie.

Se conosci il nemico, lo eviti e il terremoto forse non, ti uccide, forse.

Qualora la ricetta precedente non sia applicabile, per etica e buona morale del proprietario, ovvero, come più probabile, per la totale mancanza di fantasia e di possibilità economica, non venga quindi apparecchiata a tempo, il Nemico, pur senza fantasia, pur senza dovuta possibilità economica, si prodigherà, con grande sforzo di lavoro e di intelletto, per valutare i danni, per la definizione degli interventi, per l’appalto alle società General Contractor da far “figurare” sui lavori, per la suddivisione tra i vari mister strani delle quote societarie delle imprese subappaltatrici, per mezzo di prestanome compiacenti, per gli introiti pubblicitari, senza etica nè morale, per gli extra contrattuali agli uffici locali, per ogni onere e magistero a dare l’opera finita e compiuta a regola d’arte.

Il mio sincero cordoglio ai parenti delle vittime.

Il dogma

La Fede, l’Ateismo, è l’Esperienza per eccellenza, risposta, che ognuno di noi vive a un bisogno primario, a un “Perché” generato o forse, ingenerato.

Chi smercia di qualsiasi tipo di dogma di Fede o non Fede è il primo ciarlatano, vende un brevetto non suo, il solo “Perché”, è un brevetto.

Se ne possono depositare i diversi diritti d’autore nei luoghi o nei non luoghi di culto.

Ma è, credo, una truffa, volerne vendere le proprie, pur genuine risposte, ad altri, già sapendo che possono alimentarsi solo delle proprie.

E’ un mio pensiero.

The dogma

Faith, Atheism, is the experience par excellence, the answer, that each of us lives to a primary need, to a “Why” generated or perhaps engendered.

Anyone selling any kind of dogma of Faith or non-Faith is the first charlatan, sells a patent not his own, the only “Why”, is a patent.

The various copyrights may be deposited in places or non-places of worship.

But it is, I think, a fraud, wanting to sell their own, even genuine answers, to others, already knowing that they can only feed on their own.

It is my thought.

Indifferenza

Ho il dubbio che il problema non sia l’indifferenza, al contrario, è la differenza, la linea che tracciamo tra noi e chi, dall’altra parte, per nazionalità, povertà, colore della pelle, religione, sesso, malattia, quella linea ci rende incapaci di vedere, con gli stessi occhi indifferenti, coi quali, riconosciamo noi stessi.

Ci vergogniamo, per falso pudore, di essere, sotto i nostri vestiti, indifferentemente nudi.

Penna Italiota

Indifference
I have the doubt that the problem is not the indifference, on the contrary, it is the difference, the line that we trace between us and who, on the other side, by nationality, poverty, skin color, religion, sex, illness, that line it makes us unable to see, with the same indifferent eyes, with which we recognize ourselves.

We are ashamed, by false modesty, of being, under our clothes, indifferently naked.

Frontiere

L’Uomo è un universo, è prezioso, è dialogo, ogni uomo, ogni donna, ogni bimbo che lasceremo al di là delle nostre paure, è un tesoro, è un immenso tesoro che avremo per stupidità perso per sempre.
Io non voglio sentirmi solo e voglio poter scegliere, non curandomi affatto di barriere che non ho chiesto, voglio vivere il mondo così, semplicemente, così, come mi è stato donato, con la sua infinita bellezza.

E’ un mio diritto.

Borders
Man is a universe, it is precious, it is dialogue, every man, every woman, every child that we will leave beyond our fears, it is a treasure, it is an immense treasure that we will have for stupidity lost forever.
I do not want to feel lonely and I want to be able to choose, not caring at all of barriers that I have not asked, I want to live the world like that, simply, so, as I was given, with its infinite beauty.

It is my right.

Luce e buio

Dubito sia possibile concepire e darne quindi definizione, principio o assioma al buio in un mondo di sola luce e dubito in maniera speculare che possa l’uomo definire un principio o un assioma, un concetto di luce, non avendone, prima o durante, vissuto un’esperienza del buio.

L’esperienza, cioè, quell’essere spettatori dell’evento presuppone ulteriormente che l’evento avvenga in un lasso di tempo di durata inferiore rispetto alla durata dello sperimentare nostro e/o di chi di quell’esperienza possa comunicarci la memoria storica.

Dubitare e chiedere e concepire l’inedito, presuppone, ma è una mia personale deduzione, anche un concetto storico della memoria, al di là di volerne sviluppare un sistema deduttivo basato su dei principi, ovvero un sistema assiomatico e razionale, che in ogni caso necessita di definizioni e premesse.

Ma è pure sufficiente racchiudere una porzione di mondo, per aver sperimentato e quindi dato definizione del buio ivi racchiuso e viceversa.

Non potrà mai uno spettatore, nel suo limitare del tempo e all’interno, ovvero, sempre non eterno e costretto all’esterno delle mura di quella stanza buia o illuminata che sia artificialmente, pur solo concepire quel mondo di luce, ovvero quel buio e cielo stellato che lo attende fuori.

Il ragionamento è vasto e le sue infinite deduzioni intervengono in ogni campo del pensiero e dell’agire umano e non possono certo essere sviluppate, neanche solo superficialmente, in un blog.

Un’idea inedita è quella di cercare di quella porta e avere il dubbio di volerne oltrepassare la soglia.

Per “alleggerire” l’articolo e spero farvi sorridere, aggiungo in maniera colorita: si immagini di essere all’interno della stanza e di cercarne la porta esterna, anziché quella del cesso.

Solo per alleggerire l’articolo e forse no.

Chi abbia poi di fatto chiesto e pensato prima e costruito poi la lampadina o il cesso ……….. altra questione “ampia” sulla quale riflettere e non me ne voglia il lettore, se chiedo cortesia di non trarne superficialmente le proprie rimostranze.

Light and dark
I doubt it is possible to conceive and then give definition, principle or axiom in the dark in a world of only light and I doubt in a specular way that man can define a principle or an axiom, a concept of light, not having, before or during, lived an experience of the dark.

The experience, that is, that being spectators of the event further presupposes that the event takes place in a shorter period of time than the duration of our experience and / or of those who experience the historical memory of that experience.

Doubting and asking and conceiving the unpublished, presupposes, but it is my personal deduction, even a historical concept of memory, beyond wanting to develop a deductive system based on principles, or an axiomatic and rational system, which in any case needs definitions and premises.

But it is also sufficient to enclose a portion of the world, for having experienced and therefore given the definition of the darkness contained therein and vice versa.

It will never be a spectator, in its time limit and inside, that is, always not eternal and forced outside the walls of that dark or enlightened room that is artificially, even if only conceive that world of light, that dark and starry sky waiting for him outside.

The reasoning is vast and its infinite deductions intervene in every field of human thought and action and can certainly not be developed, even superficially, in a blog.

An unedited idea is to look for that door and have the doubt of wanting to cross the threshold.

To “lighten” the article and I hope to make you smile, I add in a colorful way: imagine being inside the room and looking for the external door, rather than the toilet door.

Just to lighten the article and maybe not.

Who then actually asked and thought first and then built the light bulb or the toilet ……… .. another “broad” question on which to reflect and I do not want the reader, if I ask courtesy of not superficially grasp their grievances.

La corda del tempo

Se ti chiedi che giorno è oggi, non sai che giorno è stato ieri e che giorno sarà domani.

Ogni volta che te lo chiedi, perdi l’equilibrio.

Quando smetti di chiedertelo, lo spettacolo è finito.

The rope of time

If you ask yourself what day it is today, you do not know what day it was yesterday and what day it will be tomorrow.

Every time you ask, you lose your balance.

When you stop asking, the show is over.

 

Un aforisma cancrizzabile

« L’aforisma cancrizzabile è una malattia della tendenza al wit, in altre parole una massima che, pur di apparire spiritosa, non si preoccupa del fatto che il suo opposto sia egualmente vero. »
(Umberto Eco) Fonte wikipedia

Il Potere è merce politica

Un aforisma, forse, “alla Umberto Eco”, cancrizzabile.

Ne lascio al lettore darne la sua risposta emotiva.

L’ambiguità è chiara: la merce può essere interpretata indistintamente come acquistata ovvero venduta:

Il potere è merce venduta alla politica;

Il potere è merce acquistata dalla politica;

Cosa ne accade realmente poi dell’aforisma, se volessimo impropriamente aggiungerne una tonalità non propria ovvero propria?:

Il potere è la merce che si prostituisce alla politica;

Il potere è la merce che prostituisce la politica;

Qualificarne il termine “potere”, permette poi di fantasticare all’infinito, guardate:

Il potere dell’informazione è merce venduta alla politica;

Il potere dell’informazione è merce acquistata dalla politica;

Con diverso aggettivo e scelta di tono:

Il potere dell’informazione è la prostituta pagata dalla politica;

Il potere dell’informazione è la merce che rende la politica una prostituta;

Diversamente:

Il potere economico è la merce acquistata dalla politica;

Il potere economico è la merce venduta dalla politica;

Volgarizzando il testo:

Il potere economico è la marchetta della politica;

La politica è la puttana del potere economico;

Semplificando e non me ne voglia il lettore:

In ogni caso, infine,

visto che forse sempre di pornografia si tratta

Il potere politico è merce venduta alla politica;

Il potere politico è merce acquistata dalla politica;

Ca..o, siamo forse invitati tutti ad una grande orgia o ad una ciclopica masturbazione collettiva !!!

Il dittatore

Il dittatore

Tempi moderni

Null’altro da mostrare che la mia immagine, tenterò  di rappresentarla e difenderla a spada tratta, diversamente ne resterebbe solo la mia solitudine.

Se non avessi purtroppo altra urgenza e necessità che quella di farvi sopravvivere all’inedia, per poter sopravvivere io stesso,  chiederei, io, pure ad alta voce, io, pure a spada tratta e per solo personale orgoglio e a vostro dispetto, che ad offendere la mia intelligenza fossero per lo meno Uomini, che si siano degnati e arditi di rivolgersene.

Male minore che quello di ricevere gratuitamente da voi tante meschine umiliazioni, ma non cedo, il tempo ancora sereno mi permette altro.

Quanto tifare ed io senza alcun pudore, specchiandomi il viso, urlo rivolto col mio fiero sguardo a quell’idiota folla già marchiata coi miei stemmi.

Non temo.

Lascio un messaggio sulle vostre stupide segreterie.

E tanto mi basta

The dictator

Modern times

Nothing else to show that my image, I will try to represent it and defend it with a drawn sword, otherwise only my solitude would remain.

If I had not yet another urgency and need to make you survive the starvation, in order to survive myself, I would ask, aloud, I too, even with a sword drawn and for personal pride and in spite of it, that to offend My intelligence was at least Men, who have deigned and dared to turn.

Less evil than to receive from you so many petty humiliations, but I do not give up, the weather still serene allows me more.

How much to cheer and I without any modesty, looking at my face, I shouted with my proud look at that idiot crowd already marked with my coats of arms.

I’m not afraid.

I leave a message on your stupid secretariats.

And enough is enough for me.

Il costruttivo

La redazione del progetto tecnico-economico obbliga già nella fase preliminare scelte di indirizzo, il limite urbanistico e il confine con altre ditte, ne costituisce la condizione al contorno entro la quale definirne nel dettaglio ogni parametro fino a perfezionarne il costruttivo.

La presentazione e il consenso che ne consegue decide poi delle revisioni di dettaglio e quale progetto dei molteplici preliminari, risponda democraticamente o meno agli interessi della maggioranza dei condomini.

Non certo l’unica idea postulabile del  “fare”.

Esistono poi altre forme non democratiche: un dittatore è ad esempio un politico che porta avanti un progetto sintetico, non necessariamente articolato, più o meno condiviso, senza doverne però definire se non negli limiti diplomatici con altri governi e nei limiti di potere con l’esercito e con la finanza, le condizioni al contorno.

Una vera democrazia, che è quella che auspico, vuole ed esige invece che tali condizioni al contorno siano parte integrante del costruttivo.

L’assenza del planning dimostra l’assenza di una vera politica democratica in Italia, la condizione in essere di una perenne oligarchia che a tempo determinato, per tacito di fatto consenso, di fatto, indeterminato, ha caratterizzato la vita politica del Paese già dalla Prima Repubblica.

In Italia, con tale postulato, non c’è forse mai stata una vera democrazia?, non posso certo affermarlo, ma dovessi esprimere un personale giudizio ne sono nati e succeduti in passato solo statisti, oggi piu’ che nel passato, tanti tanti ciarlatani e pagliacci.

Tra noi tutti ci sono persone più’ e meno intelligenti ma l’intelligenza di ognuno di noi e’ enormemente superiore all’intelligenza media che ci rappresenta nel sistema sociale, in quanto “moltitudine” e in funzione della quale siamo governati e ci facciamo governare.

Premesso questo potremmo affermare ulteriormente che la democrazia è la forma con la quale voler dare forma ed intelligenza giuridica ad una folla, che diversamente non ha, per proprietà intrinsecaintelligenza alcuna, a meno di strani fenomeni fisici di condivisione Wi-Fi o bluetooth di onde cerebrali.

La definizione del progetto, già nella fase iniziale, necessita di ricercare un denominatore comune di interessi e di obiettivi, non può ridursi alla lodevole domanda e bisogno di voler fare semplicemente pulizia del marciume, se e qualora questo avvenga, rappresenterebbe solo ottenerne, per un tempo, il consenso da parte di un popolo che si sente oggi indistintamente, “indistintamente” solo fottuto.

Demolire il fatiscente è solo il primo passo obbligato.

Meglio certo del nulla, a cui siamo assuefatti,

è indubbio, ma ….è’ tardi?

E’ recuperabile il tempo perduto nel delirio del nulla?

Non lo so, spera qualcuno sia tardi?

Siamo in Italia, siamo Italiani e forse già questo è garanzia a scongiurare, nell’immediato, l’abusivismo edilizio.

Tardi, semplicemente tardi, solo pensare, di percorrere ancora il letame, senza scivolare e perdere infine l’equilibrio.

Denarocrazia

Denarocrazia

Trasferta estero

Interventi di consolidamento per risolvere problemi di dissesto idrogeologico esteso a circa il 10% del territorio nazionale, riqualificazione industriale e bonifica delle aree tecnologiche dismesse, obiettivi, coordinamento e planning, infrastrutture viarie, recupero e valorizzazione delle aree di interesse archeologico, progettazione e definizione dei piani economici industriali di intervento per la produzione, la trasformazione delle materie prime e secondarie, iniziative e politiche nei settori dell’agricoltura, dell’allevamento e della pesca, della trasformazione alimentare , business plan da sottoporre all’Europa, senza se e senza ma, o dentro o fuori.

Il progetto Italia per l’Impresa Italia S.p.A., del quale tuttora non ho visto uno stralcio di preliminare da parte di alcuna parte politica è certo impegnativo, ma se vogliamo essere seri, è condizione “sine qua non”, poter fare vera politica economica per il Paese e rendere il terreno fertile per quella bastarda finanza che governa il mondo, siamo indietro di circa mezzo secolo e l’unica preoccupazione è riempire i notiziari di “gossip” , di idiozie mediatiche, di giochi di seggi di potere, chiacchere, vantaggio e ludo per chi ha il privilegio senza onore di governare un popolo consenziente e drogato di pokemon.

Volendo, ma fortemento volendo, “non tutto il male vien per nuocere”, un detto popolare, che ci permette di affermare, senza alcuna ombra di dubbio, che avremmo da dedicare molto impegno al lavoro senza esserne mai disoccupati per almeno una generazione.

Qualcuno potrebbe domandare dove un Paese, dichiarato tanto disastrato economicamente, possa reperire le risorse per affrontare un progetto di ristrutturazione così ampio e ambizioso.

Risponderò ai più che col lavoro, pur senza soldi e con i debiti,  si ricostruisce un Paese “dalle ceneri”, e quello ce lo insegna semplicemente la storia, ma ai più maliziosi pongo invece una ulteriore domanda: dove secondo loro, indottrinati, reperiscano tali risorse paesi dove con una certa assiduità i nostri rappresentanti vanno a fare visita, gli stessi paesi dove una fetta importante delle risorse finanziarie imprenditoriali italiane concorrono e trasferiscono le loro attività facendo impresa e talvolta concessionaria di importanti infrastrutture.

Chi ci governa ne spende i suoi migliori biglietti da visita.

Paesi, certo, in “via di sviluppo”, ma dove l’indirizzo di economia politica è quello, almeno preliminare, di reperire risorse da destinare agli ospedali, alla riqualificazione ambientale, urbanistica, alle grandi opere necessarie alla mobilità delle merci e delle persone, alla produzione energetica anche da fonte rinnovabile etc. etc.

In Italia pare che non si riesca nemmeno a pulire l’immondizia e a chiudere le buche delle strade.

Tra i finanziatori eccellono talvolta realtà imprenditoriali italiane che qui dove pur si sono pasciute finora, sanno solo spendersi ad aumentarci le bollette e sono precedute proprio dai profumati biglietti da visita di chi paghiamo per tagliare i nastrini ai musei.

L’Italia oggi, per la finanza internazionale, sarà forse considerato un cliente non insolvente ed è pertanto economicamente vantaggioso indebitarla ulteriormente pur di incassarne gli interessi sui prestiti.

La politica senza missione, quella che permettiamo in auge degli interessi personali di potere, non può che essere, “pur”, democraticamente eletta, giullare della onorata società denarocratica.

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